sabato 6 settembre 2014

"VIVA LA PAPPA!"

Ben ritrovati cari genitori! Ed oggi concludiamo il nostro viaggio nella conoscenza del mondo alimentare dei più piccini. 
Finora mi sono soprattutto concentrata su voi genitori e sul vostro corretto comportamento di proporre il cibo a vostro figlio, oggi invece ho pensato ai più piccoli e a come possono conoscere già dai primi giorni il valore della pappa.
Così cari genitori vi consiglio un libro molto utile, semplice ed economico da presentare al vostro piccolo: "VIVA LA PAPPA!" di Agostino Traini.


E' un libretto dedicato per chi inizia a mangiare le prime pappe, proprio per i bambini da 0 a 3 anni d'età; è in materiale lavabile e atossico per avvicinare il bambino al mondo del cibo in modo giocoso. Inserite il cucchiaino nell'aeroplanino in spugna e giocate con il vostro bambino a imboccare i buffi animaletti della storia, rendendo piacevole e divertente il momento della pappa!

Vi ringrazio e spero che l'argomento del blog vi sia stato utile e interessante e ricordate sempre: nel momento
 in cui il vostro bambino ha il suo seggiolone, il suo bavaglino, il suo piatto, il suo bicchiere e il suo cucchiaio: è l'ora della pappa!

giovedì 28 agosto 2014

"PASTICCIARE" PER CONOSCERE

Salve a tutti! Oggi vi lascio un post particolare ma utile legato al precedente video proposto.
Superato il primo anno di età il bambino comincia e vuole scoprire cose nuove e tra queste cose c'è anche il cibo: quindi inizia a "pasticciare" con esso e di solito tale atteggiamento è frutto di continui rimproveri e di disperazione da parte di voi genitori. Ma leggete attentamente la seguente vignetta.


Come avrete capito è normale e fondamentale per il vostro bambino pasticciare con la "pappa" che gli proponete. Il consiglio che vi offro è quindi quello di non disperare in queste situazioni ma anzi aiutarlo nella sua conoscenza; ad esempio, proponendogli attività con i diversi cibi, non solo soffermandosi sul tatto ma anche sul gusto e l'odore. E magari quando sarà un po' più grandicello iniziate a cucinare insieme a lui sotto forma di gioco.

giovedì 21 agosto 2014

PICCOLI CUOCHI... MANGIANO!

Cari genitori, oggi ho deciso di condividere un video di un cartone animato utile per voi ed educativo per il vostro bambino.
Quando vostro figlio inizia ad avere tre o quattro anni è importante per lui conoscere cose nuove e soprattutto insieme a voi genitori. Un'attività divertente per entrambi è quella del cucinare per conoscere meglio e in modo più piacevole ciò che si mangia.
Quindi, guardate il seguente video e potete trarne ispirazione.


giovedì 14 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'OBESITA'

"Ogni volta dico a me stesso che è l’ultima volta, ma poi sento il profumo della sua cioccolata calda… Le conchiglie di cioccolato! Così piccole, così semplici, così innocenti. Pensai: oh, solo un piccolo assaggio non può far niente di male! Ma poi scoprii che erano ripiene di ricco, peccaminoso…" "… E si scioglie… Dio mi perdoni, si scioglie così lentamente sulla lingua e ti riempie di piacere!..." (dal film "Chocolat")

Ben ritrovati! La scorsa settimana abbiamo parlato di anoressia infantile, oggi invece vedremo brevemente quello che è il suo opposto, ovvero il rischio di obesità.

Un bambin
o che mangia troppo e male, fin dai primi mesi, corre il rischio di diventare obeso. E oggi, già cinque bambini su cento lo sono, hanno cioè superato del 20% il loro peso normale

E'
 un vero e proprio disturbo che, oltre a comportare determinate caratteristiche estetiche, si configura anche come un'alterazione organica. Infatti, mentre nel bambino grasso possiamo dire, schematicamente, che il suo stato è dovuto ad un aumento di volume di cellule di grasso, nel bambino obeso (così come nell'adulto obeso) è anche il numero di tali cellule che è aumentato rispetto la norma. Ciò significa che una dieta opportuna può ridurre il volume di grasso, ma non può più far regredire il numero di cellule che ormai si è formato. L'obesità, dunque, è particolarmente difficile da combattere.

E
sistono delle forme di obesità legate a vere e proprie malattie, ma nella maggior parte dei casi errori alimentari e sedentarietà sono alla base di questo disturbo che, in età adolescenziale e poi adulta, apre le porte a squilibri ormonali, a malattie come il diabete, l'arteriosclerosi o l'ipertensione.

L
e tradizioni alimentari regionali e familiari possono contribuire a questa sovralimentazione, molto spesso incongrua anche dal punto di vista della qualità dei cibi normalmente consumati. E' necessario evitare sin dall'epoca dello svezzamento qualunque iperalimentazione, poiché l'obesità del lattante può diventare l'obesità dell'adolescente e dell'adulto. Bisogna anche ricordare che il consumo di bevande ricche di zuccheri rappresenta un super apporto di calorie di cui ci si rende difficilmente conto.

Entrano in gioco, come elementi secondari, anche fattori costituzionali e familiari. Un bimbo che ha genitori obesi, infatti, ha il 40% di probabilità di essere predisposto per questo disturbo.

Come si riconosce. Agli occhi di molti genitori, l'obesità di un bambino spesso passa inosservata. Un bimbo cicciottello, che mangia molto e cresce molto di peso sembra il ritratto della salute. Questa è una convinzione sbagliata ma che purtroppo è ancora difficile da cancellare. Spetterà al pediatra, allora, controllando la crescita in peso e in altezza del bambino, cogliere i primi segnali e soprattutto impostare sin dallo svezzamento una corretta alimentazione. 

Come si combatte. Correggere le cattive abitudini alimentari è la regola fondamentale. E il primo consiglio da dare ai genitori pesarsi. Se infatti il loro peso è normale, con tutta la probabilità l'alimentazione che hanno adottato è corretta e anche il loro bambino si sta nutrendo bene. Ma se c'è un sovrappeso sicuramente la loro dieta è sbilanciata e facilmente la loro vita è sedentaria. E' il caso allora di parlarne al medico, per la loro salute e quella del loro bambino.
Bisogna inoltre ricordare che l'opera del medico non va richiesta solo per identificare la cause di un'obesità già presente e ottenere la cura; egli deve soprattutto fornire i consigli adeguati sull'alimentazione e sull'attività motoria del bambino, quando questi inizia a manifestare la tendenza ad un aumento eccessivo di peso.


Queste che ho dato sono piccole informazioni generali sul'argomento, se volete approfondire meglio visitate il seguente sito:
http://www.my-personaltrainer.it/dimagrire/obesita-infantile.html

giovedì 7 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'ANORESSIA MENTALE INFANTILE

Cari genitori, finora abbiamo parlato di una corretta alimentazione che accompagna i più piccoli fino all'età di tre anni. Con oggi e la prossima settimana invece voglio introdurvi i disturbi più comuni che a volte i vostri piccini presentano: l'anoressia mentale infantile e l'obesità.
Oggi vediamo in breve la prima. Di certo si sente parlare di anoressia femminile e adolescenziale, ma oggi siamo consapevoli che questo disturbo colpisce indipendentemente dal sesso e soprattutto dall'età. 

Iniziamo con una breve descrizione dei sintomi da parte di due genitori preoccupati:

"Giorgio è un bellissimo bambino di nove mesi, attivo e sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire. Da qualche settimana ha iniziato a manifestare una certa avversione per il cibo, preferendo invece il latte nel biberon o le tisane. Inizialmente i genitori di Giorgio non hanno dato importanza ai suoi capricci, il bambino continuava ad acquistare peso e ad essere allegro e vivace; dopo qualche erano davvero molto preoccupati. Giorgio sviluppava ogni giorno nuove manovre finalizzate ad impedire l’assunzione del cibo : chiudere con forza le labbra o protrudere la lingua impedendo all'alimento d'entrare, procurarsi il vomito, tenere la bocca aperta lasciando cadere il contenuto, sputare il cibo, girare la testa di lato, etc… I genitori di Giorgio provano a forzarlo, ad inventarsi mille distrazioni mentre lo alimentano, a sgridarlo; il bambino perde peso e la loro preoccupazione e frustrazione aumenta." 

L'anoressia essenziale precoce compare fin dalla nascita, è possibile descrivere un neonato come passivo che sembra non aver interesse né per la mamma né per il biberon. Con la crescita del bambino è probabile che si presentino altri sintomi fino ad arrivare alla diagnosi di autismo o psicosi infantili.

L'anoressia del secondo trimestre (o anoressia nervosa) può comparire tra i sei mesi e i tre anni, talvolta in occasione del cambiamento delle abitudini alimentari o svezzamento. Appare in bambini vivaci e svegli, che manifestano curiosità per l'ambiente circostante ma allo stesso modo rifiutano il cibo suscitando nella madre una reazione ansiosa. I genitori intraprendono una serie di comportamenti atti a farlo mangiare: distrarre, giocare, sedurre, tentare con la forza. Vengono coinvolti familiari e amici per dare consigli sul da farsi aumentando ancor di più l'ansia della mamma. La situazione può essere risolta facilmente: cambiando le abitudini quotidiane, spostando l'attenzione sulla costruzione di una relazione più positiva ed evitando di associare il momento del pasto ad un vissuto di angoscia. Intervenire in questa situazione è di fondamentale importanza. Il rifiuto del cibo è una comunicazione forte a cui è compito dell'adulto rispondere in maniera adeguata. I genitori dovrebbero riuscire ad equilibrare il bisogno del bambino d'avere sia più autonomia sia limiti chiari e definiti. Non è facile mettere in pratica una regola apparentemente così semplice: ogni genitore si porta dietro i propri conflitti irrisolti sull'autonomia ed il controllo, frutto delle relazioni con i propri genitori. Molto frequenti e diffusi sono l'eccessiva selettività nei confronti dei prodotti alimentari, ad esempio un bambino che mangia solo due o tre tipi di cibo, e la difficoltà ad accettare i nuovi sapori.

In particolare, viene fatta la distinzione tra anoressia semplice e anoressia mentale grave.
La prima è un'alterazione dell'alimentazione transitoria e di reazione allo svezzamento o a cambiamenti di vario genere mal tollerati dal bambino; spesso tale disturbo è alimentato dallo scorretto comportamento della madre che reagisce al rifiuto del cibo da parte del figlio con sentimenti di angoscia che la spingono a forzarlo a mangiare; se la madre persiste in questo comportamento, l'anoressia semplice si cronicizza in una forma grave.

Di solito si identifica il periodo compreso tra i 5 e i 24 mesi fondamentale per lo sviluppo dell'identità: è infatti il periodo in cui si struttura una separazione e una differenziazione del bambino dalla mamma, in modo da intraprendere un cammino autonomo verso l'individuazione. L'anoressia si configura pertanto come un bisogno di regredire a una fase antecedente, negando il processo di individuazione e riaffermando la totipotenza originaria. Il bambino si accanisce pertanto sul corpo, in quanto il corpo come portatore di identità appare il responsabile del doloroso distacco dalla mamma; allo stesso tempo anche la figura materna, evocando lo spettro della separazione, diventa persecutoria e pertanto la guerra contro il cibo diviene un modo per negare la mamma nutrice e il nutrimento stesso come simbolo di esistenza autonoma e di vita.

Anche se rari, vengono segnalati casi di anoressia nell'età della scuola primaria. Di fronte al cibo il bambino può mostrare disinteresse e opposizione. Alternando periodi di digiuno a periodi durante il quale magia meglio, ma mostrandosi capriccioso e preferendo solo alcuni alimenti. Il vomito è frequente e si presentano difficoltà nel dormire, collere intense e singhiozzo.

giovedì 24 luglio 2014

DOPO IL PRIMO COMPLEANNO: DA UNO A TRE ANNI

Cari genitori, oggi vedremo come cambierà la dieta del vostro bimbo dopo l'anno di vita rispetto ai primissimi mesi di vita e come pian piano la sua dieta diventi uguale alla vostra.

In questo periodo il bambino è padrone del cucchiaino, prende l'iniziativa e non vuole più essere imboccato, comincia ad allungare le manine nei piatti.
Ha spento da poco la prima candelina e già sceglie con precisione fra ciò che gli proponete, scarta i cibi che non gli piacciono, pretende una sequenza ben precisa di portate, ama gusti ben definiti e "croccanti". La sua evoluzione alimentare va di pari passo con lo sviluppo delle sue abilità e della sua crescita. E in questi secondi dodici mesi, il traguardo più importante a cui tendere è la conquista dell'autonomia, anche a tavola.

A tavola con i genitori. E' preferibile, appena si può, accogliere il bambino a tavola col resto della famiglia. Questo non significa ancora proporgli le pietanze "adulte". Mangiare tutti insieme, però, significa cominciare a fargli assaporare quel clima familiare che si crea a tavola, aiutando anche i bimbi più pigri a "fare da soli".
In questo modo, è importante anche l'organizzazione familiare, poiché preso un certo orario il bambino pretende che venga rispettato.

L'importanza dei buoni esempi. Anche a tavola il bambino osserva i genitori, li guarda usare forchetta e coltello e soprattutto scruta curioso nei loro piatti. L'imitazione è una straordinaria spinta all'apprendimento, anche alimentare. Infatti, non si può pretendere che mangi le verdure quando i genitori le detestano, né che si affezioni al formaggio quando nessuno in famiglia lo mangia volentieri. Le abitudini alimentari sono contagiose. Ecco perché, proprio adesso, è indispensabile correggere gli errori della "dieta dei grandi", se si vuole che il bimbo condivida i pasti con i genitori.

Come cambia la sua dieta. Il primo compleanno conclude la grande epopea dello svezzamento: la fase di apprendimento di gusti e sapori è terminata e il bambino ora conosce tutti e sette gruppi alimentari. Da qui ha inizio un periodo di perfezionamento in cui sono consolidate quelle sane e buone abitudini alimentari che diverranno il cardine della sua dieta.
L'alimentazione del bambino nel secondo anno di vita diventa sempre più varia, prevede il graduale inserimento dei normali alimenti preparati nel modo più semplice. 
Il latte resta il cibo-base, presente anche nel formaggio, nella ricotta, nella mozzarella e nello yogurt.
Nel menù settimanale devono essere presenti le uova, il pesce, il fegato; nel menù giornaliero la carne, le verdure e la frutta. 
Le verdure molte volte sono inserite in sformati o polpettine o purè perché non amate dal bambino per la loro consistenza fibrosa.
La frutta fresca, ben matura, può essere data, accuratamente lavata, sbucciata e tagliata a pezzettini, anche in macedonia. Banane, pesche e mele son ben tollerate; è bene evitare però le fragole che in alcuni casi provocano allergia.
Importante è l'assunzione d'acqua che nel secondo anno la sua richiesta aumenterà e non dovrà mai essere limitata poiché il bambino gioca e suda di più. Ognuno ha il diritto di bere a volontà acqua non gassata, spremute di frutta, succhi di frutta dietetici.
Si potrà dare a colazione o merenda latte con caffè d'orzo o prodotti contenti cacao o biscotti.

Anche il latte cambia: il latte vaccino e il latte di crescita. Se non c'è più ragione per continuare con il latte di proseguimento oltre il primo anno di vita, si introdurrà il cosiddetto latte vaccino.
Il latte di centrale ha uno scarso apporto di acidi grassi essenziali, sostanze unite alla formazione del sistema nervoso che l'organismo deve ricavare dai cibi non potendole produrre da solo. Se il bambino non amo troppo il pesce (fonte ricchissima di questi grassi) la sua dieta può eccedere in grassi saturi. Oltre ad essere povero di ferro, il latte vaccino non ne favorisce il naturale assorbimento.
Spesso il latte è uno degli elementi che il bambino si ostina a rifiutare, sia a colazione, sia a merenda. E non sempre le alternative riescono a coprire il fabbisogno di calcio. Una soluzione a questi problemi è il latte di crescita. Un latte formulato apposta per soddisfare queste precise esigenze:
  1. copre le carenze quotidiane di apporto di ferro;
  2. garantisce gli elementi naturali del latte (calcio e fosforo);
  3. assicura un apporto di elementi indispensabili (acidi grassi essenziali e vitamine);
  4. è gradito al bambino per il suo gusto gradevole che permette di non aggiungere zucchero. 
Visitate il seguente link per scoprire alcune semplici ricette da preparare al vostro bambino:

giovedì 17 luglio 2014

LA SECONDA PAPPA (III)

Salve a tutti! Anche oggi continuiamo l'alimentazione dal nono al dodicesimo mese.

DAL 9° AL 12° MESE
Lo sviluppo delle capacità fisiche e psichiche del bambino si riflette sulla sua alimentazione, la quale diventa più variata e soprattutto più differenziata sul piano del gusto.
Il bambino si dimostra più autonomo e pronto ad accettare nuovi inviti. Ama sgranocchiare e mordere, forte dei suoi dentini che ormai fanno capolino. E' un piacere quindi per lui trovare nel piatto cibi che hanno una consistenza più solida, che lo spingono a masticare.
Se il bambino mangia volentieri si può provare a suddividere il pasto in diverse portate: ad esempio, prima la pastina e poi il purè di verdura con la carne o il pesce e infine la frutta. Se però il piccolo a tavola è un po' pigro, si può continuare a concentrare i vari cibi in un piatto unico, ritardando di un paio di mesi questa scomposizione.
Anche se è ancora troppo presto per una dieta da grandi, mangerà:

  • carne (omogenizzato di proseguimento);
  • verdura (pomodoro);
  • cereali (pastasciutta);
  • frattaglie (fegato).

L'allergia. Nel primo anno di vita le forme allergiche sono soprattutto di tipo alimentare perché l'apparato gastrointestinale di un bimbo di pochi mesi non ha ancora sviluppato efficaci difese e quindi risulta più vulnerabile.

Importante è il fattore ereditario: il momento più delicato di un bambino che ha predisposizione familiare alle allergie è l'introduzione dei nuovi cibi; perciò sarà utile ritardare l'avvio dello svezzamento al 5°-6° mese.  

Per conoscere alcune possibili ricette da preparare ai vostri figli, visitate il sito:

giovedì 10 luglio 2014

LA SECONDA PAPPA (II)

Cari genitori, anche oggi impareremo quali cibi scopre il vostro bambino man mano che cresce, in particolare tra il sesto e l'ottavo mese di vita.


DAL 6° ALL'8° MESE

In poche settimane il bambino ha compiuto progressi enormi: ha preso confidenza col cucchiaino, si è abituato ai nuovi cibi, ha accettato sapori e consistenze diverse, ha regolato il suo appetito su altri orari. Quindi, ormai è cresciuto ed è pronto per allargare i suoi orizzonti alimentari.
E' importante, però, rispettare le tappe evolutive, così diverse da bambino a bambino, e valutare eventuali intolleranze ai nuovi cibi.
Dopo l'introduzione della seconda pappa nella dieta del bambino, lo svezzamento viene completato rapidamente con la sostituzione delle due poppate con due pasti.
All'età di sei mesi, il numero massimo dei pasti nell'arco della giornata dovrà essere di quattro: la colazione del mattino e quella del pomeriggio con latte e biscotti, ed il pranzo e la cena con le due pappe di cui si è parlato, seguite entrambe da frutta.
Dopo il sesto mese, per molti bambini anche i quattro pasti possono essere eccessivi: in genere lo dimostrano con una diminuzione di appetito al pasto serale; è il segnale per ridurre l'apporto calorico del pomeriggio, sostituendo il pasto di latte con una merendina di frutta, per esempio una piccola macedonia di frutta grattugiata e dei biscotti.
Adesso che di energia il bambino ne consuma ogni giorno di più, anche le scelte dei cibi più energetici vanno aumentando. Fanno il loro ingresso i cereali con glutine ovvero frumento, orzo e avena, alternati al riso e al mais.
Nel secondo semestre di vita il bambino compie un balzo di crescita notevole, per cui il suo organismo richiede un ottimo "materiale da costruzione" con l'introduzione di:

  • pesce (omogenizzato);
  • carne (prosciutto cotto); 
  • tuorlo d'uovo;
  • brodo di legumi.
Lo yogurt è l'alimento-novità che riguarda gruppo, fonte importante di calcio oltre che di proteine.
Dopo i sei mesi, inoltre, la consistenza dei cibi dovrà aumentare progressivamente per favorire nel bambino l'apprendimento della masticazione: ciò vale soprattutto per a carne. Verso i dieci mesi si può cominciare a sostituire di tanto in tanto un omogenizzato con carni di vario tipo e preparate in vario modo, tritate prima finemente, in seguito a pezzettini via via più grossi.   


Per conoscere meglio questa tappa, visita:
http://mammaoggi.it/alimentazione-del-bambino-da-6-a-12-mesi/

venerdì 4 luglio 2014

LA SECONDA PAPPA (I)

Ben ritrovati! Oggi parleremo della nutrizione al quinto mese del neonato.

Dopo circa un mese dalla prima pappa, arriva il momento di introdurre la seconda e sostituire così la poppata della sera. Anche in questo caso non esiste una data fissa che valga per tutti i bambini.
Molto dipende infatti dall'epoca in cui ha inizio lo svezzamento, dal tempo che il bambino ha impiegato per accettare la prima pappa e dalla sua stessa tolleranza.
Certo è che l'impatto con questa seconda pappa è molto meno problematico, poiché il bambino ormai si è abituato ai sapori sapidi e le novità alimentari saranno accettate con più facilità. Gradualità, rispetto dei tempi e dei rifiuti valgono anche adesso e vanno mantenute per tutto il periodo di svezzamento.
Verso il quinto mese inoltre la maggior parte dei bambini è passata spontaneamente ai quattro pasti, rifiutando la poppata della tarda serata. La seconda poppata, quindi, prende il posto dell'ultimo pasto della giornata.

DAL 5° MESE
Come quella del mezzogiorno, anche la pappa serale sarà a base di vegetali ma verrà ampliata ed arricchita con altri componenti.
Verranno usate creme di cereali diversi dal riso (grano, orzo, avena, cereali misti); naturalmente questi nuovi cereali si potranno usare anche per la pappa del mezzogiorno. In seguito si adopereranno cereali in formati via via maggiori, e non più in farina: cioè semolini, pastine.
L'introduzione della seconda pappa è il pretesto per apportare delle varianti di gusto e di consistenza alla tavolozza di sapori che il bambino già apprezza e di fargli conoscere più da vicino un cibo del tutto nuovo: il formaggio. E' appunto questo alimento, che sostituisce la carne del pasto di mezzogiorno, a caratterizzare la seconda pappa.

Anche il latte cambia: approfondimento sul latte "di proseguimento". Con lo svezzamento nuovi cibi si affiancano al latte.
Se si allatta al seno, la composizione del latte materno si modifica naturalmente nel tempo e le poppate, tra una pappa e l'altra, assicurano al piccolo tutto ciò di cui ha bisogno.
Se invece si utilizza il biberon, si dovrà cambiare latte: il cosiddetto latte "di proseguimento".
Il latte di proseguimento tiene conto sia delle nuove necessità nutrizionali dell'organismo del bambino sia della sua maggiore maturità digestiva. Si può ricorrere sia alle formule in polvere sia quelle pronte all'uso. Entrambi, comunque, hanno le stesse caratteristiche.

  • Hanno un apporto di proteine molto più equilibrato, in linea con i fabbisogni di questo periodo di crescita.
  • Sono più ricchi di acidi grassi essenziali e di vitamine.
  • E' modificato l'apporto di sali minerali con l'integrazione di quelli carenti (come il ferro).
  • Hanno una prevalenza di lattosio (lo zucchero presente nel latte materno).

Man mano che lo svezzamento procede, i pasti di latte si tramuteranno in prima colazione e merenda e potranno arricchirsi di altri alimenti (esempio lo sono i biscotti). 

Se l'abitudine di bere latte accompagnerà tutto lo svezzamento, non sarà difficile mantenerla anche nel secondo anno di vita.

Per saperne di più, cliccando su questo sito troverete in breve gli alimenti che accompagnano questo mese del vostro piccolo:
http://www.plasmon.it/guide/le-mie-prime-pappe/la-nutrizione/lintroduzione-della-seconda-pappa

martedì 24 giugno 2014

LA PRIMA PAPPA

Cari genitori, da oggi vediamo nello specifico come avviene lo svezzamento nei primi diversi mesi del bambino.

Il numero dei pasti può essere di 4 o 5 al giorno secondo le preferenze del bambino e con intervalli tra i pasti di circa 4 ore.
La prima pappa (non dolce o dolce) da somministrare preferibilmente con il cucchiaino può essere data in corrispondenza del secondo pasto. Un secondo pasto di latte può essere sostituito con una pappa in un periodo variabile di 3-4 settimane.

DAL 4° MESE
Nei primi mesi di vita, il bambino si è nutrito di latte, si è abituato al suo sapore, alla sua "fluidità", e non è per nulla disturbato da questa monotonia alimentare. Ma quando dal quarto mese circa, senza che lui ne capisca la ragione, tutto cambia radicalmente: il gusto del latte viene sostituito con quello sapido della pappa, la consistenza liquida si trasforma in densità cremosa e il piacere di succhiare viene cancellato con uno strumento freddo, duro, scomodo: il cucchiaino.
Gli alimenti da utilizzare in sostituzione di un pasto di latte sono:

  • il brodo vegetale;
  • i cereali (esempio: la crema di riso);
  • la carne (omogenizzata);
  • l'olio d'oliva extravergine;
  • la frutta (mela o pera omogenizzata o grattugiata).

Importante è l'apporto di vegetali fin dalla prima pappa, anche se difficili farli accettare: permettono di introdurre nella dieta minerali, vitamine e fibre vegetali.

Ovviamente, questo è un momento delicato dell'alimentazione, che richiede un periodo di adattamento.

venerdì 20 giugno 2014

LO SVEZZAMENTO

Lo svezzamento oggi ha questa accezione: vuol dire lasciare il latte, come alimento "esclusivo", per abituarsi ad altri cibi diversi.
Lo svezzamento è un vero e proprio processo biologico che inizia intorno al 4° mese di vita ma che procede gradualmente per tutto il primo anno. I motivi del perché si è scelto di avviarlo proprio in questo periodo e non prima né dopo sono diversi, non solo di natura nutrizionale ma anche psicologica e sensoriale dello sviluppo del lattante:
  • il latte da solo non basta più. Sia quello materno che quello artificiale non riescono più a soddisfare tutte le esigenze nutritive del bambino. Un bimbo che sta per raddoppiare il suo peso e quindi non ha solo bisogno di un maggiore apporto di calorie ma ha anche necessità di nuovi alimenti più ricchi ad esempio di proteine e di ferro.
  • stomaco e intestino sono più maturi. Infatti sono in grado di assimilare cibi che fin'ora non solo non potevano risultare digeribili ma addirittura dannosi in quanto potevano causare disturbi e reazioni allergiche.
  • il bambino è capace di deglutire cibi solidi. Prima del 4° mese un bambino sa solamente succhiare, muovere cioè i muscoli della bocca ma non riuscirebbe a mandarla giù. Per farlo deve essere in grado di coordinare altri muscoli. Adesso lo sviluppo neuromuscolare è tale che gli consente di accettare un cibo solido e di inghiottirlo.
I LARN. In Italia, come in altri Paesi, vengono periodicamente organizzate delle commissioni di esperti nutrizionisti, per stabilire e rivedere le indicazioni sulle quantità di sostanze nutritive e di energie che la popolazione dovrebbe assumere quotidianamente per mantenere un buono stato di nutrizione. Nascono così le tabelle dei LARN (abbreviazione di Livelli di Assunzione giornaliera Raccomandati di Nutrienti) che rappresentano delle vere e proprie linee guida aggiornate a cui fare riferimento per impostare un'alimentazione equilibrata. Infatti, oltre ad indicare le quote di sostanze nutritive e calorie necessarie, i LARN forniscono indicazioni anche sulla quantità nutrizionale della dieta. In pratica è possibile conoscere con precisione non solo quante proteine, grassi, zuccheri, vitamine e sali minerali un bambino ha bisogno, ma anche come questi elementi nutritivi vanno distribuiti nella dieta giornaliera perché il suo organismo riceve il gusto apporto di energia. Si scopre così che le proteine devono fornire il 10-20% della quota di energia, il 15-30% deve invece provenire dai grassi e il 55-60% dai carboidrati.
Perché questa energia venga utilizzata in maniere ottimale è importante che anche l'apporto di acqua, vitamine e sali minerali sia equilibrato.
La combinazione di tutte queste sostanze nutritive permetterà al bambino di crescere bene e in buona salute.

Un'occasione per imparare a nutrirsi meglio. Lo svezzamento è una tappa fondamentale nell'evoluzione alimentare del bambino: da un lato, gli apre tutto un mondo di esperienze sensoriali da esplorare, dall'altro gli mette a disposizione  una gamma più articolata di nutrienti che saranno indispensabili per il suo sviluppo e per il suo benessere, che andranno a correggere le abitudini alimentari di tutta la famiglia.
Ma come non esiste una dieta standard che vada bene per tutti, così non vi sono schemi rigidi di svezzamento validi per tutti i bambini. Ogni piccolo infatti ha esigenze di crescita del tutto soggettive. Esistono, tuttavia, dei criteri generali che costituiscono la base di una corretta alimentazione.

La tecnica dello svezzamento. Quando e come iniziare lo svezzamento? Ecco alcune regole di base. Prima di tutto il bambino non deve essere ammalato.
I cibi vanno introdotti con gradualità. Innanzitutto gradualità vuol dire rispetto. Rispetto dei tempi di un bambino. Non a caso, lo svezzamento non prevede date rigide d'inizio ma un periodo molto flessibile che va dal 4° al 6° mese. Gradualità significa anche proporre sempre un alimento per volta, lasciando il tempo necessario al bambino per abituarsi a poi aggiungere un nuovo cibo, in piccole quantità da aumentare progressivamente. Ma con gradualità si fa riferimento anche alla varietà. Man mano che lo svezzamento procede il bambino perde l'abitudine alla "monotonia": si abitua a sapori diversi ed è giusto che possa sperimentarne di nuovi che oltre ad educargli il gusto gli offrono anche principi nutritivi differenti.
Inoltre, i nuovi alimenti vanno proposti e mai imposti al bambino. Se una pappa viene rifiutata con decisione è meglio non insistere, ma sorprenderla e riprovare dopo qualche giorno.
Spero il post vi sia piaciuto. A presto!

Per approfondire l'argomento, clicca qui:

venerdì 13 giugno 2014

IL PIACERE DI ALLATTARE

Ben ritrovati!! Oggi care mamme potete mettervi tranquille e ascoltare le parole di questo brevissimo video. Dopo aver parlato in queste ultime settimane di allattamento, il video riassume in pochi minuti ciò che è già stato detto ma contiene anche alcune importanti utili informazioni per tutte voi mamme e neo mamme. E ricordate: l'allattamento è un gesto magico ma altrettanto delicato.

venerdì 6 giugno 2014

L'ALLATTAMENTO MISTO

Le scorse volte abbiamo parlato di allattamento al seno e di allattamento artificiale. Oggi invece parleremo in breve dell'allattamento misto.

Quando il latte materno comincia a scarseggiare, si potrà passare ad un allattamento misto: ossia continuare l'allattamento al seno, integrandolo però con latte artificiale. La tecnica più corretta è quella di pesare il bambino prima della poppata, quindi di attaccarlo ad entrambe le mammelle. La seconda pesata consente di sapere quanto latte ha succhiato al seno, in modo da far seguire la quantità di latte in polvere che verrà data col biberon per completare la sua razione. Una razione, dunque, di volta in volta su misura (allattamento complementare). Far precedere la poppata al seno ha una precisa funzione: il bambino infatti prendendo prima il seno, succhia nel momento di maggior appetito e la sua avidità, quindi, funzionerà da stimolo per la secrezione di latte.
Se invece la quantità di latte materno risulta troppo scarsa oppure se il "mescolare" i due tipi di latte viene mal sopportato dal bambino, causando rigurgiti o vomiti, è preferibile sostituire un intero pasto con il latte artificiale. E' il cosiddetto allattamento misto alternato che prevede appunto un pasto al seno e uno col biberon. In questo caso, è bene che la prima poppata della giornata sia di latte materno e l'ultima di latte artificiale. Questo espediente può essere utilizzato anche per far fronte ad una necessità contingente, come di ragadi della madre.
Bisogna tener conto, tuttavia, che meno occasioni ha il piccolo di succhiare al seno e più aumentano le possibilità che la produzione di latte diminuisca. Qualunque metodo misto si adotti, quando la quantità di latte materno diminuisce al punto da essere inferiore ad un terzo della razione complessiva che il piccolo dovrebbe prendere ogni giorno, conviene passare direttamente all'allattamento artificiale completo.

Per saperne di più:

sabato 31 maggio 2014

L'ALLATTAMENTO ARTIFICIALE

Ben ritrovati! La settimana scorsa abbiamo parlato di allattamento materno, oggi invece parleremo di allattamento artificiale.


Se il latte al seno non è disponibile, o non è sufficiente, si sostituisce l'allattamento al seno con quello artificiale. Si usa latte di mucca, prima in polvere e poi pastorizzato, opportunamente trattato e chiamato latte vaccino. L'importante è che anche il pasto con il biberon costituisca un momento di grande intimità tra mamma e bambino.

Studiosi, nutrizionisti ed esperti di tecnologie alimentari hanno impiegato anni di prove di ricerche per avvicinarsi il più possibile alla composizione del latte materno e renderlo adatto alle necessità del lattante: dal latte di asina al latte di mucca, ma entrambi non risultano adatti ad un neonato lungo il suo primo anno di vita.
Solo a metà degli anni Sessanta si mise a punto la formula che meglio poteva sostituire il latte materno, con le seguenti caratteristiche:

  • la quota di proteine è diminuita rispetto al latte vaccino;
  • parte dei grassi del latte vaccino sono stati sostituiti con grassi di origine vegetale per aumentare l'apporto di acidi grassi insaturi;
  • il contenuto di zuccheri è stato aumentato, integrando la formula con solo lattosio;
  • i sali minerali sono stati ridotti per diminuire il lavoro dei reni;
  • l'apporto di vitamine è aumentato per soddisfare il fabbisogno giornaliero del bambino.
I risultati di queste ricerche sono più che soddisfacenti. Un bambino che prende questo tipo di latte infatti non ha bisogno di ulteriori integrazioni e, inoltre, dispone anche di speciali formule nel caso abbia predisposizione familiare alle allergie.
La scelta del latte comunque spetta al pediatra, anche se la scelta dipende in primo luogo dell'epoca in cui si interrompe l'allattamento al seno. Se la sostituzione avviene nei primi 4 mesi di vita del bambino si ricorre ad un latte più somigliante, come abbiamo visto, per a composizione e caratteristiche organolettiche a quello materno.
Se il passaggio avviene intorno al 5° mese, invece, il pediatra proporrà un latte liquido o in polvere chiamato "di proseguimento" o "di seguito" o "latte 2". Questo tipo di latte, essendo ricco di vitamine, ferro e acidi grassi essenziali rispetto al latte vaccino , risulta più adatto a soddisfare le esigenze nutrizionali del bambino sino al suo primo compleanno.


Quanto deve mangiare. Anche un bambino allattato artificialmente non perde la sua straordinaria capacità di autoregolarsi in base alle sue necessità. Quindi, importante è rispettare il suo appetito e offrirgli il biberon ogni volta che ha fame, lasciando libero di prendere la quantità che desidera. La frequenza delle poppate deve comunque tener conto dei tempi di digestione: all'inizio, un neonato ha bisogno di circa 3-4 ore per digerire un biberon, Col passare dei mesi, quando le razioni aumenteranno, il bambino allungherà spontaneamente l'intervallo dei pasti e il loro numero si ridurrà.

In linea di massima, il bambino nel primo mese di vita farà 6 pasti, scenderà a 5 a partire dal secondo mese fino al quarto e dopo, con l'avvio dello svezzamento, si stabilizzerà a 4 pasti.  

venerdì 23 maggio 2014

L'ALLATTAMENTO AL SENO

La settimana scorsa abbiamo visto qual è il primissimo e il miglior nutrimento per un neonato. Questa settimana invece vedremo in particolare l'importanza del latte materno per il nuovo venuto al mondo.


Se non ci sono particolari impedimenti, l'allattamento materno è il più idoneo per il lattante, poiché il LATTE MATERNO:

  • è composto di acqua, proteine, grassi, zuccheri, sali, fermenti digestivi, vitamine, è completo dal punto di vista nutritivo e non richiede integrazioni;
  • è facilmente digeribile dal neonato ed è specifico per lui, poiché garantisce una migliore protezione dalle possibili infezioni intestinali e dalle malattie allergiche, oltre che aiutare la sua crescita;
  • è sterile, sempre pronto, alla temperatura ideale;
  • favorisce l'instaurarsi di un profondo legame affettivo tra madre e figlio.
Inoltre, per stabilire ancora di più l'attaccamento tra la madre e il nato, il bambino deve essere portato al seno il più presto possibile, subito dopo il parto od entro le prime 6-12 ore da esso (poppata precoce). Si sa infatti che in queste primissime ore il piccolo è già in grado di trovare da solo il seno materno e di succhiare.

Il latte cambia nel tempo. Gli esperti definisco il latte materno specie-specifico, cioè un alimento biologicamente adatto per l'essere umano. E' sempre pronto e sempre caldo ma non ha mai la stessa composizione. Per adeguarsi alle necessità di crescita del neonato, infatti, modifica nel tempo la sua "formula".
Nei primi giorni di vita, la ghiandola mammaria secerne colostro, un liquido denso e giallastro, ricco di proteine e di sali minerali, meno carico di zuccheri e di grassi rispetto al latte vero e proprio. Questo perché il bambino deve adattarsi al mondo esterno: si disidraterà e avrà bisogno di sali minerali per compensare le perdite di liquidi e di proteine per iniziare bene la sua crescita. Inoltre, mai come in questo momento delicato il neonato deve difendersi dalle infezioni e il colostro favorisce particolari anticorpi che proteggono le pareti intestinali dall'aggressione di germi e virus.
Verso il terzo, quarto giorno, il colostro cambia aspetto: schiarisce e diventa grasso e cremoso. E' il cosiddetto latte di transizione e serve ad abituare gradualmente il bambino al latte definitivo che verrà di lì a poco. Diminuisco le proteine ed aumentano gli zuccheri, indispensabili per la crescita dei tessuti cerebrali, ed i grassi che apportano energia.
Nel giro di una ventina di giorni il seno materno produrrà finalmente il latte maturo o "latte perfetto": fluido, di colore quasi azzurrognolo e dal sapore piuttosto dolce, che offre al piccolo tutto il nutrimento di cui ha bisogno e nel modo più equilibrato.
Si è notato inoltre che il latte materno destinato ad un bambino nato precocemente risulta ancora più ricco di lattosio e di proteine per aiutarlo a sopravvivere: il latte materno è un vero e proprio "sistema biologico" capace di adattarsi a tutte le condizioni che il neonato deve affrontare.

Allattamento "a richiesta". E' opportuno non stabilire orari rigidi per i pasti, ma allattare il bambino quando questo mostra di avere fame, senza farlo attendere troppo in modo che non si attacchi in modo frenetico (per evitare ingorgo mammario e ragadi): questo si chiama allattamento "a richiesta". All'inizio il bambino va attaccato al seno ogni tre ore, tre ore e mezzo circa, e va lasciato succhiare finché egli stesso non si stacca. Ma allattare "a richiesta" non significa una completa anarchia; infatti ci sono delle regole di comportamento flessibili dettate dall'esperienza e dal buon senso per rispettare il benessere di entrambi.

  1. Se il piccolo ha succhiato bene avrà bisogno di una pausa, tra una poppata e l'altra, di circa due ore, due ore e mezza per favorire la digestione.
  2. Se il piccolo dorme in più non bisogna svegliarlo per farlo mangiare, anche se il sonno si prolunga di quattro o cinque ore di seguito.
  3. Durante il giorno il numero delle poppate può variare moltissimo (in media 6-7 poppate in 24 ore).
Fino a quando allattare. Si cerca di allattare il neonato quanto più a lungo possibile. Se la produzione di latte continua, infatti, non c'è ragione di smettere. La scelta quindi è totalmente libera e personale. Tuttavia a partire dal quarto mese è possibile integrare al latte materno con i primi cibi solidi.

Per saperne di più, visita:

venerdì 16 maggio 2014

IL PRIMO NUTRIMENTO: L'ALLATTAMENTO

Anche questo fine settimana ci ritroviamo qui e parleremo della prima "pappa" che ogni neonato incontra e alcune regole non necessarie ma fondamentali da seguire durante l'allattamento.

Nei primi mesi di vita l'alimentazione del bambino è esclusivamente a base di LATTE. Il latte infatti è un alimento completo, nel senso che contiene tutti gli elementi nutritivi indispensabili (di cui abbiamo parlato la volta scorsa) per una crescita sana ed armoniosa.
L'allattamento può essere "naturale" se fatto con latte di donna, "artificiale" se fatto con latte diverso da quello di donna, "misto" se il latte di donna necessita di un'integrazione con latte artificiale.
Ci sono alcune norme generali che valgono per tutte le forme di allattamento e che è bene tenere presenti.
  1. La prima riguarda il comportamento di chi allatta: che offra il seno o il biberon poco importa, fondamentale è che con questo gesto trasmetta al neonato calma, serenità e disponibilità. Le esperienze vissute dal  bambino durante il pasto sono importanti particolarmente dal punto di vista psicologico per il rapporto che egli riesce ad instaurare con l'ambiente che lo circonda. Ecco perché il momento del pasto va vissuto in modo piacevole: come il momento in cui si riempie il pancino, si placa la tensione della fame, ma anche come la situazione in cui si costruisce un rapporto positivo con gli altri.
  2. La seconda norma da tenere presente è la capacità, notevole del bambino, di autoregolarsi. E' necessario, certo, verificare il suo sviluppo avvenga normalmente, ma questo non deve tradursi in un atteggiamento rigido come se tutto debba svolgersi come nei manuali. Infatti, i bambini in rapporto alla loro costituzione hanno esigenze alimentari diverse e che le madri devono imparare a conoscere per assumere l'atteggiamento più idoneo affinché il bambino tragga maggior beneficio dall'alimentazione. Questo comporta una maggiore elasticità negli orari e nelle poppate: insomma bisogna rispettare nei limiti del possibile il bambino, senza sforzarlo ad adeguarsi a norme esterne.
  3. La terza norma è quella di non esagerare con le integrazioni di liquidi che, non necessari, potrebbero togliere l'appetito al bambino; salvo casi in cui ad esempio nella stagione calda, in un ambiente surriscaldato o quando c'è un rialzo della temperatura del bambino, può essere necessario somministrargli con il cucchiaino acqua bollita, camomilla o tisane.
Infine, ma non meno importante è il non cedere alla tentazione di fare variazioni personali all'alimentazione, integrando o diluendo il latte secondo le proprie intenzioni o secondo consigli di persone che si ritengono esperte (si consulti invece il proprio pediatra di fiducia).

venerdì 9 maggio 2014

FILASTROCCHE PER FAR MANGIARE I BAMBINI

Salve a tutti genitori! L'ultima volta abbiamo parlato dei sette gruppi alimentari fondamentali per una dieta corretta e genuina non solo per noi adulti ma soprattutto per i nostri piccini neonati.

Come avrete notato a volte è davvero dura far mangiare a vostro figlio ciò che proponete lui, soprattutto se il cibo è nuovo. Bene, oggi vedremo come risolvere questo problema proponendovi alcune filastrocche carine da cantare a vostro figlio durante i pasti, tra cui quelle dedicate ai principali gruppi alimentari.

Gli alimenti più importanti
IL LATTE
Il latte è una bontà, bevine ogni giorno in grane quantità! Son di latte: lo yogurt ed il gelato, il burro, la panna e il formaggio prelibato.
I LEGUMI
Sono semi di tanti formati, crudi o cotti van mangiati. Sono molto nutrienti. Fanno bene alle ossa e ai denti.
L'ACQUA
Forse l'acqua, tu non lo sai, che se manca sono guai. Guarda un po' nella giornata quanta acqua hai consumata! Ora sai che se ne va, bevine in grande quantità.
I CERALI
Con i chicchi del buon grano, macinati piano piano, si prepara la farina, bianca e leggera e morbidina. Con la farina che si cucina? Torte, pane e pasticcini, pasta e grissini. Se qualcosa ho dimenticato: dillo tu se l'hai mangiato!
LE PROTEINE
Nome difficile proteine per i bambini e le bambine. In molti cibi le puoi trovare ma di tutto devi mangiare. Un po' di questo, un po' di quello per poter crescere forte e bello.

La verdura e le vitamine
Girotondo della verdura
Cibo di chi è senza paura.
Le verdure e le insalate
La lumachina se l'è mangiate.
Ricche di sali e di vitamine
Fanno vispe le pecorine.
Le carote e gli zucchini
Fanno contenti i caprettini.
La lattuga ed il finocchio
Fan saltare meglio il leprotto.
L'asinello furbo e testardo
Mangia il cavolo ed il cardo.
Mangia anche tu tanta verdura
Cresci più sano e senza paura.

Filastrocca mangio di tutto
Pollo, patate, spinaci e prosciutto
Mi sento bene se mangio di tutto
Occhio di falco con le vitamine
Forza di tigre con le proteine
Latte e formaggio fan le ossa più dure
Pancia più sveglia con fibre e verdure
Miele, insalata, bistecca e poi soia
Mangio di tutto e niente mi annoia.

venerdì 25 aprile 2014

PREMESSE GENERALI

Ben ritrovati e da oggi cominceremo col parlare di giusta alimentazione nel bambino da zero a tre anni, ma prima soffermiamoci su alcuni aspetti importanti che è bene conoscere.

Per "alimentazione" innanzitutto si intende l'insieme delle sostanze o alimenti che sotto forma di cibo sono introdotte nell'organismo per fornire tutti i principi nutritivi nella giusta quantità (come avrete sentito parlare di proteine, zuccheri, grassi, vitamine, sali minerali e acqua). Quindi nei primissimi anni dei bambini questo processo è fondamentale per permettere loro di crescere regolarmente, per garantire loro le energie per il movimento e per assicurare loro uno buono stato di salute.
Tengo a precisare che le scelte alimentari sono condizionate soprattutto da fattori socio-culturali e da tradizioni familiari, ma esse devono essere corrette in quanto tendono ad essere mantenute più o meno per tutta la vita.


Altro aspetto di cui quasi certamente tutti abbiamo sentito parlare e che descrivo qui brevemente è la cosiddetta piramide alimentare, che indica una sana, corretta, varia ed equilibrata alimentazione quotidiana.


Come fa notare l'immagine, la piramide alimentare è divisa al suo interno da 7 sezioni, ognuna delle quali contiene alimenti equivalenti (cioè gli alimenti possono essere sostituiti l'uno all'altro nella dieta giornaliera). Alla base della piramide si trovano gli alimenti che possono essere utilizzati più liberamente e che non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta, mentre al suo vertice si ritrovano quelli che sarebbe meglio limitare. I 7 gruppi alimentari sono (partendo dalla base):

  • la CARNE, il PESCE, le UOVA e i loro derivati;
  • il LATTE e i suoi derivati;
  • i CEREALI, i TUBERI e i loro derivati;
  • i LEGUMI;
  • i GRASSI DA CONDIMENTO (esempi sono il burro e l'olio);
  • gli ORTAGGI e la FRUTTA fonti di vitamina A (esempi sono la lattuga e la carota);
  • gli ORTAGGI e la FRUTTA fonti di vitamina C (esempi sono il pomodoro e la fragola).

Da non dimenticare e assolutamente importante è l'assunzione di acqua, oltre di una costante attività fisica.

venerdì 18 aprile 2014

"LA PAPPA DOLCE" DEI FRATELLI GRIMM



Ben ritrovati! Prima di cominciare il nostro viaggio alla conoscenza di una corretta alimentazione del vostro bambino, vi propongo questa breve e simpatica fiaba dei famosi fratelli Grimm. 


"C'era una volta una povera fanciulla pia, che viveva sola con sua madre; e non avevano più nulla da mangiare. Allora la fanciulla andò nel bosco e incontrò una vecchia che già conosceva la sua povertà, e che le regalò un pentolino. Doveva dirgli: -Cuoci la pappa, pentolino!- e il pentolino cuoceva una buona pappa dolce di miglio; e quando diceva: -Fermati, pentolino!- il pentolino smetteva di cuocere. La fanciulla lo portò a casa a sua madre: la loro miseria e la loro fame erano ormai finite, ed esse mangiavano pappa dolce ogni volta che volevano. Un giorno che la fanciulla era uscita, la madre disse: -Cuoci la pappa, pentolino!-. Quello fa la pappa ed ella mangia a sazietà; ora vuole che il pentolino la smetta, ma non sa la parola magica. Così quello continua a cuocere la pappa, e la pappa trabocca e cresce e riempie la cucina e l'intera casa, e l'altra casa ancora e poi la strada, come se volesse saziare tutto il mondo, ed è un bel guaio e nessuno sa come cavarsela. Infine, quando non restava una sola casa intatta, ritorna a casa la fanciulla e dice: -Fermati, pentolino!- e il pentolino si ferma e smette di fare la pappa; e chi volle tornare in città, dovette farsi strada mangiando."

Morale della fiaba? A mia interpretazione seguendo l'idea di fondo di questo blog, di cui ne abbiamo parlato la volta scorsa, la morale è: mangiare poco o mangiare troppo comporta delle conseguenze opposte a volte molto rischiose! 

venerdì 11 aprile 2014

BENVENUTI/E!


Questo blog è rivolto a tutte le mamme e a qualsiasi persona che è a contatto con i bambini.


Ora mi rivolgo a voi mamme e neo mamme: quanto pesa vostro figlio? Ve lo siete sentite annunciare in sala parto e ve lo siete sentite chiedere da parenti e amici che vi sono venuti a trovare.
Infatti il peso di un bambino è, dopo il sesso, l'informazione che tutti voglio conoscere dopo la nascita. Ciò è importante perché rappresenta un punto di partenza del suo benessere e della sua crescita, oltre a rendere evidente che i nove mesi di vita all'interno dell'utero sono trascorsi senza problemi.
Il blog in particolare ruota attorno all'idea che una buona alimentazione nell'infanzia è garanzia per una crescita corretta e la premessa per una condizione di buona salute nell'età adulta; dopo tutto "chi ben comincia è a metà dell'opera".
Quindi, la mia attenzione si soffermerà sull'importanza che gli alimenti assumono dalla nascita di un bambino al suo terzo compleanno, partendo da una breve premessa sull'alimentazione in generale e i sette gruppi alimentari individuati. A partire da queste conoscenze, affronterò i vari nutrimenti che un bambino dovrebbe ricevere con estrema gradualità e pazienza da parte dei genitori dal suo primissimo giorno di vita. 

Vi aspetto numerosi. A presto!