martedì 24 giugno 2014

LA PRIMA PAPPA

Cari genitori, da oggi vediamo nello specifico come avviene lo svezzamento nei primi diversi mesi del bambino.

Il numero dei pasti può essere di 4 o 5 al giorno secondo le preferenze del bambino e con intervalli tra i pasti di circa 4 ore.
La prima pappa (non dolce o dolce) da somministrare preferibilmente con il cucchiaino può essere data in corrispondenza del secondo pasto. Un secondo pasto di latte può essere sostituito con una pappa in un periodo variabile di 3-4 settimane.

DAL 4° MESE
Nei primi mesi di vita, il bambino si è nutrito di latte, si è abituato al suo sapore, alla sua "fluidità", e non è per nulla disturbato da questa monotonia alimentare. Ma quando dal quarto mese circa, senza che lui ne capisca la ragione, tutto cambia radicalmente: il gusto del latte viene sostituito con quello sapido della pappa, la consistenza liquida si trasforma in densità cremosa e il piacere di succhiare viene cancellato con uno strumento freddo, duro, scomodo: il cucchiaino.
Gli alimenti da utilizzare in sostituzione di un pasto di latte sono:

  • il brodo vegetale;
  • i cereali (esempio: la crema di riso);
  • la carne (omogenizzata);
  • l'olio d'oliva extravergine;
  • la frutta (mela o pera omogenizzata o grattugiata).

Importante è l'apporto di vegetali fin dalla prima pappa, anche se difficili farli accettare: permettono di introdurre nella dieta minerali, vitamine e fibre vegetali.

Ovviamente, questo è un momento delicato dell'alimentazione, che richiede un periodo di adattamento.

venerdì 20 giugno 2014

LO SVEZZAMENTO

Lo svezzamento oggi ha questa accezione: vuol dire lasciare il latte, come alimento "esclusivo", per abituarsi ad altri cibi diversi.
Lo svezzamento è un vero e proprio processo biologico che inizia intorno al 4° mese di vita ma che procede gradualmente per tutto il primo anno. I motivi del perché si è scelto di avviarlo proprio in questo periodo e non prima né dopo sono diversi, non solo di natura nutrizionale ma anche psicologica e sensoriale dello sviluppo del lattante:
  • il latte da solo non basta più. Sia quello materno che quello artificiale non riescono più a soddisfare tutte le esigenze nutritive del bambino. Un bimbo che sta per raddoppiare il suo peso e quindi non ha solo bisogno di un maggiore apporto di calorie ma ha anche necessità di nuovi alimenti più ricchi ad esempio di proteine e di ferro.
  • stomaco e intestino sono più maturi. Infatti sono in grado di assimilare cibi che fin'ora non solo non potevano risultare digeribili ma addirittura dannosi in quanto potevano causare disturbi e reazioni allergiche.
  • il bambino è capace di deglutire cibi solidi. Prima del 4° mese un bambino sa solamente succhiare, muovere cioè i muscoli della bocca ma non riuscirebbe a mandarla giù. Per farlo deve essere in grado di coordinare altri muscoli. Adesso lo sviluppo neuromuscolare è tale che gli consente di accettare un cibo solido e di inghiottirlo.
I LARN. In Italia, come in altri Paesi, vengono periodicamente organizzate delle commissioni di esperti nutrizionisti, per stabilire e rivedere le indicazioni sulle quantità di sostanze nutritive e di energie che la popolazione dovrebbe assumere quotidianamente per mantenere un buono stato di nutrizione. Nascono così le tabelle dei LARN (abbreviazione di Livelli di Assunzione giornaliera Raccomandati di Nutrienti) che rappresentano delle vere e proprie linee guida aggiornate a cui fare riferimento per impostare un'alimentazione equilibrata. Infatti, oltre ad indicare le quote di sostanze nutritive e calorie necessarie, i LARN forniscono indicazioni anche sulla quantità nutrizionale della dieta. In pratica è possibile conoscere con precisione non solo quante proteine, grassi, zuccheri, vitamine e sali minerali un bambino ha bisogno, ma anche come questi elementi nutritivi vanno distribuiti nella dieta giornaliera perché il suo organismo riceve il gusto apporto di energia. Si scopre così che le proteine devono fornire il 10-20% della quota di energia, il 15-30% deve invece provenire dai grassi e il 55-60% dai carboidrati.
Perché questa energia venga utilizzata in maniere ottimale è importante che anche l'apporto di acqua, vitamine e sali minerali sia equilibrato.
La combinazione di tutte queste sostanze nutritive permetterà al bambino di crescere bene e in buona salute.

Un'occasione per imparare a nutrirsi meglio. Lo svezzamento è una tappa fondamentale nell'evoluzione alimentare del bambino: da un lato, gli apre tutto un mondo di esperienze sensoriali da esplorare, dall'altro gli mette a disposizione  una gamma più articolata di nutrienti che saranno indispensabili per il suo sviluppo e per il suo benessere, che andranno a correggere le abitudini alimentari di tutta la famiglia.
Ma come non esiste una dieta standard che vada bene per tutti, così non vi sono schemi rigidi di svezzamento validi per tutti i bambini. Ogni piccolo infatti ha esigenze di crescita del tutto soggettive. Esistono, tuttavia, dei criteri generali che costituiscono la base di una corretta alimentazione.

La tecnica dello svezzamento. Quando e come iniziare lo svezzamento? Ecco alcune regole di base. Prima di tutto il bambino non deve essere ammalato.
I cibi vanno introdotti con gradualità. Innanzitutto gradualità vuol dire rispetto. Rispetto dei tempi di un bambino. Non a caso, lo svezzamento non prevede date rigide d'inizio ma un periodo molto flessibile che va dal 4° al 6° mese. Gradualità significa anche proporre sempre un alimento per volta, lasciando il tempo necessario al bambino per abituarsi a poi aggiungere un nuovo cibo, in piccole quantità da aumentare progressivamente. Ma con gradualità si fa riferimento anche alla varietà. Man mano che lo svezzamento procede il bambino perde l'abitudine alla "monotonia": si abitua a sapori diversi ed è giusto che possa sperimentarne di nuovi che oltre ad educargli il gusto gli offrono anche principi nutritivi differenti.
Inoltre, i nuovi alimenti vanno proposti e mai imposti al bambino. Se una pappa viene rifiutata con decisione è meglio non insistere, ma sorprenderla e riprovare dopo qualche giorno.
Spero il post vi sia piaciuto. A presto!

Per approfondire l'argomento, clicca qui:

venerdì 13 giugno 2014

IL PIACERE DI ALLATTARE

Ben ritrovati!! Oggi care mamme potete mettervi tranquille e ascoltare le parole di questo brevissimo video. Dopo aver parlato in queste ultime settimane di allattamento, il video riassume in pochi minuti ciò che è già stato detto ma contiene anche alcune importanti utili informazioni per tutte voi mamme e neo mamme. E ricordate: l'allattamento è un gesto magico ma altrettanto delicato.

venerdì 6 giugno 2014

L'ALLATTAMENTO MISTO

Le scorse volte abbiamo parlato di allattamento al seno e di allattamento artificiale. Oggi invece parleremo in breve dell'allattamento misto.

Quando il latte materno comincia a scarseggiare, si potrà passare ad un allattamento misto: ossia continuare l'allattamento al seno, integrandolo però con latte artificiale. La tecnica più corretta è quella di pesare il bambino prima della poppata, quindi di attaccarlo ad entrambe le mammelle. La seconda pesata consente di sapere quanto latte ha succhiato al seno, in modo da far seguire la quantità di latte in polvere che verrà data col biberon per completare la sua razione. Una razione, dunque, di volta in volta su misura (allattamento complementare). Far precedere la poppata al seno ha una precisa funzione: il bambino infatti prendendo prima il seno, succhia nel momento di maggior appetito e la sua avidità, quindi, funzionerà da stimolo per la secrezione di latte.
Se invece la quantità di latte materno risulta troppo scarsa oppure se il "mescolare" i due tipi di latte viene mal sopportato dal bambino, causando rigurgiti o vomiti, è preferibile sostituire un intero pasto con il latte artificiale. E' il cosiddetto allattamento misto alternato che prevede appunto un pasto al seno e uno col biberon. In questo caso, è bene che la prima poppata della giornata sia di latte materno e l'ultima di latte artificiale. Questo espediente può essere utilizzato anche per far fronte ad una necessità contingente, come di ragadi della madre.
Bisogna tener conto, tuttavia, che meno occasioni ha il piccolo di succhiare al seno e più aumentano le possibilità che la produzione di latte diminuisca. Qualunque metodo misto si adotti, quando la quantità di latte materno diminuisce al punto da essere inferiore ad un terzo della razione complessiva che il piccolo dovrebbe prendere ogni giorno, conviene passare direttamente all'allattamento artificiale completo.

Per saperne di più: