sabato 6 settembre 2014

"VIVA LA PAPPA!"

Ben ritrovati cari genitori! Ed oggi concludiamo il nostro viaggio nella conoscenza del mondo alimentare dei più piccini. 
Finora mi sono soprattutto concentrata su voi genitori e sul vostro corretto comportamento di proporre il cibo a vostro figlio, oggi invece ho pensato ai più piccoli e a come possono conoscere già dai primi giorni il valore della pappa.
Così cari genitori vi consiglio un libro molto utile, semplice ed economico da presentare al vostro piccolo: "VIVA LA PAPPA!" di Agostino Traini.


E' un libretto dedicato per chi inizia a mangiare le prime pappe, proprio per i bambini da 0 a 3 anni d'età; è in materiale lavabile e atossico per avvicinare il bambino al mondo del cibo in modo giocoso. Inserite il cucchiaino nell'aeroplanino in spugna e giocate con il vostro bambino a imboccare i buffi animaletti della storia, rendendo piacevole e divertente il momento della pappa!

Vi ringrazio e spero che l'argomento del blog vi sia stato utile e interessante e ricordate sempre: nel momento
 in cui il vostro bambino ha il suo seggiolone, il suo bavaglino, il suo piatto, il suo bicchiere e il suo cucchiaio: è l'ora della pappa!

giovedì 28 agosto 2014

"PASTICCIARE" PER CONOSCERE

Salve a tutti! Oggi vi lascio un post particolare ma utile legato al precedente video proposto.
Superato il primo anno di età il bambino comincia e vuole scoprire cose nuove e tra queste cose c'è anche il cibo: quindi inizia a "pasticciare" con esso e di solito tale atteggiamento è frutto di continui rimproveri e di disperazione da parte di voi genitori. Ma leggete attentamente la seguente vignetta.


Come avrete capito è normale e fondamentale per il vostro bambino pasticciare con la "pappa" che gli proponete. Il consiglio che vi offro è quindi quello di non disperare in queste situazioni ma anzi aiutarlo nella sua conoscenza; ad esempio, proponendogli attività con i diversi cibi, non solo soffermandosi sul tatto ma anche sul gusto e l'odore. E magari quando sarà un po' più grandicello iniziate a cucinare insieme a lui sotto forma di gioco.

giovedì 21 agosto 2014

PICCOLI CUOCHI... MANGIANO!

Cari genitori, oggi ho deciso di condividere un video di un cartone animato utile per voi ed educativo per il vostro bambino.
Quando vostro figlio inizia ad avere tre o quattro anni è importante per lui conoscere cose nuove e soprattutto insieme a voi genitori. Un'attività divertente per entrambi è quella del cucinare per conoscere meglio e in modo più piacevole ciò che si mangia.
Quindi, guardate il seguente video e potete trarne ispirazione.


giovedì 14 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'OBESITA'

"Ogni volta dico a me stesso che è l’ultima volta, ma poi sento il profumo della sua cioccolata calda… Le conchiglie di cioccolato! Così piccole, così semplici, così innocenti. Pensai: oh, solo un piccolo assaggio non può far niente di male! Ma poi scoprii che erano ripiene di ricco, peccaminoso…" "… E si scioglie… Dio mi perdoni, si scioglie così lentamente sulla lingua e ti riempie di piacere!..." (dal film "Chocolat")

Ben ritrovati! La scorsa settimana abbiamo parlato di anoressia infantile, oggi invece vedremo brevemente quello che è il suo opposto, ovvero il rischio di obesità.

Un bambin
o che mangia troppo e male, fin dai primi mesi, corre il rischio di diventare obeso. E oggi, già cinque bambini su cento lo sono, hanno cioè superato del 20% il loro peso normale

E'
 un vero e proprio disturbo che, oltre a comportare determinate caratteristiche estetiche, si configura anche come un'alterazione organica. Infatti, mentre nel bambino grasso possiamo dire, schematicamente, che il suo stato è dovuto ad un aumento di volume di cellule di grasso, nel bambino obeso (così come nell'adulto obeso) è anche il numero di tali cellule che è aumentato rispetto la norma. Ciò significa che una dieta opportuna può ridurre il volume di grasso, ma non può più far regredire il numero di cellule che ormai si è formato. L'obesità, dunque, è particolarmente difficile da combattere.

E
sistono delle forme di obesità legate a vere e proprie malattie, ma nella maggior parte dei casi errori alimentari e sedentarietà sono alla base di questo disturbo che, in età adolescenziale e poi adulta, apre le porte a squilibri ormonali, a malattie come il diabete, l'arteriosclerosi o l'ipertensione.

L
e tradizioni alimentari regionali e familiari possono contribuire a questa sovralimentazione, molto spesso incongrua anche dal punto di vista della qualità dei cibi normalmente consumati. E' necessario evitare sin dall'epoca dello svezzamento qualunque iperalimentazione, poiché l'obesità del lattante può diventare l'obesità dell'adolescente e dell'adulto. Bisogna anche ricordare che il consumo di bevande ricche di zuccheri rappresenta un super apporto di calorie di cui ci si rende difficilmente conto.

Entrano in gioco, come elementi secondari, anche fattori costituzionali e familiari. Un bimbo che ha genitori obesi, infatti, ha il 40% di probabilità di essere predisposto per questo disturbo.

Come si riconosce. Agli occhi di molti genitori, l'obesità di un bambino spesso passa inosservata. Un bimbo cicciottello, che mangia molto e cresce molto di peso sembra il ritratto della salute. Questa è una convinzione sbagliata ma che purtroppo è ancora difficile da cancellare. Spetterà al pediatra, allora, controllando la crescita in peso e in altezza del bambino, cogliere i primi segnali e soprattutto impostare sin dallo svezzamento una corretta alimentazione. 

Come si combatte. Correggere le cattive abitudini alimentari è la regola fondamentale. E il primo consiglio da dare ai genitori pesarsi. Se infatti il loro peso è normale, con tutta la probabilità l'alimentazione che hanno adottato è corretta e anche il loro bambino si sta nutrendo bene. Ma se c'è un sovrappeso sicuramente la loro dieta è sbilanciata e facilmente la loro vita è sedentaria. E' il caso allora di parlarne al medico, per la loro salute e quella del loro bambino.
Bisogna inoltre ricordare che l'opera del medico non va richiesta solo per identificare la cause di un'obesità già presente e ottenere la cura; egli deve soprattutto fornire i consigli adeguati sull'alimentazione e sull'attività motoria del bambino, quando questi inizia a manifestare la tendenza ad un aumento eccessivo di peso.


Queste che ho dato sono piccole informazioni generali sul'argomento, se volete approfondire meglio visitate il seguente sito:
http://www.my-personaltrainer.it/dimagrire/obesita-infantile.html

giovedì 7 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'ANORESSIA MENTALE INFANTILE

Cari genitori, finora abbiamo parlato di una corretta alimentazione che accompagna i più piccoli fino all'età di tre anni. Con oggi e la prossima settimana invece voglio introdurvi i disturbi più comuni che a volte i vostri piccini presentano: l'anoressia mentale infantile e l'obesità.
Oggi vediamo in breve la prima. Di certo si sente parlare di anoressia femminile e adolescenziale, ma oggi siamo consapevoli che questo disturbo colpisce indipendentemente dal sesso e soprattutto dall'età. 

Iniziamo con una breve descrizione dei sintomi da parte di due genitori preoccupati:

"Giorgio è un bellissimo bambino di nove mesi, attivo e sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire. Da qualche settimana ha iniziato a manifestare una certa avversione per il cibo, preferendo invece il latte nel biberon o le tisane. Inizialmente i genitori di Giorgio non hanno dato importanza ai suoi capricci, il bambino continuava ad acquistare peso e ad essere allegro e vivace; dopo qualche erano davvero molto preoccupati. Giorgio sviluppava ogni giorno nuove manovre finalizzate ad impedire l’assunzione del cibo : chiudere con forza le labbra o protrudere la lingua impedendo all'alimento d'entrare, procurarsi il vomito, tenere la bocca aperta lasciando cadere il contenuto, sputare il cibo, girare la testa di lato, etc… I genitori di Giorgio provano a forzarlo, ad inventarsi mille distrazioni mentre lo alimentano, a sgridarlo; il bambino perde peso e la loro preoccupazione e frustrazione aumenta." 

L'anoressia essenziale precoce compare fin dalla nascita, è possibile descrivere un neonato come passivo che sembra non aver interesse né per la mamma né per il biberon. Con la crescita del bambino è probabile che si presentino altri sintomi fino ad arrivare alla diagnosi di autismo o psicosi infantili.

L'anoressia del secondo trimestre (o anoressia nervosa) può comparire tra i sei mesi e i tre anni, talvolta in occasione del cambiamento delle abitudini alimentari o svezzamento. Appare in bambini vivaci e svegli, che manifestano curiosità per l'ambiente circostante ma allo stesso modo rifiutano il cibo suscitando nella madre una reazione ansiosa. I genitori intraprendono una serie di comportamenti atti a farlo mangiare: distrarre, giocare, sedurre, tentare con la forza. Vengono coinvolti familiari e amici per dare consigli sul da farsi aumentando ancor di più l'ansia della mamma. La situazione può essere risolta facilmente: cambiando le abitudini quotidiane, spostando l'attenzione sulla costruzione di una relazione più positiva ed evitando di associare il momento del pasto ad un vissuto di angoscia. Intervenire in questa situazione è di fondamentale importanza. Il rifiuto del cibo è una comunicazione forte a cui è compito dell'adulto rispondere in maniera adeguata. I genitori dovrebbero riuscire ad equilibrare il bisogno del bambino d'avere sia più autonomia sia limiti chiari e definiti. Non è facile mettere in pratica una regola apparentemente così semplice: ogni genitore si porta dietro i propri conflitti irrisolti sull'autonomia ed il controllo, frutto delle relazioni con i propri genitori. Molto frequenti e diffusi sono l'eccessiva selettività nei confronti dei prodotti alimentari, ad esempio un bambino che mangia solo due o tre tipi di cibo, e la difficoltà ad accettare i nuovi sapori.

In particolare, viene fatta la distinzione tra anoressia semplice e anoressia mentale grave.
La prima è un'alterazione dell'alimentazione transitoria e di reazione allo svezzamento o a cambiamenti di vario genere mal tollerati dal bambino; spesso tale disturbo è alimentato dallo scorretto comportamento della madre che reagisce al rifiuto del cibo da parte del figlio con sentimenti di angoscia che la spingono a forzarlo a mangiare; se la madre persiste in questo comportamento, l'anoressia semplice si cronicizza in una forma grave.

Di solito si identifica il periodo compreso tra i 5 e i 24 mesi fondamentale per lo sviluppo dell'identità: è infatti il periodo in cui si struttura una separazione e una differenziazione del bambino dalla mamma, in modo da intraprendere un cammino autonomo verso l'individuazione. L'anoressia si configura pertanto come un bisogno di regredire a una fase antecedente, negando il processo di individuazione e riaffermando la totipotenza originaria. Il bambino si accanisce pertanto sul corpo, in quanto il corpo come portatore di identità appare il responsabile del doloroso distacco dalla mamma; allo stesso tempo anche la figura materna, evocando lo spettro della separazione, diventa persecutoria e pertanto la guerra contro il cibo diviene un modo per negare la mamma nutrice e il nutrimento stesso come simbolo di esistenza autonoma e di vita.

Anche se rari, vengono segnalati casi di anoressia nell'età della scuola primaria. Di fronte al cibo il bambino può mostrare disinteresse e opposizione. Alternando periodi di digiuno a periodi durante il quale magia meglio, ma mostrandosi capriccioso e preferendo solo alcuni alimenti. Il vomito è frequente e si presentano difficoltà nel dormire, collere intense e singhiozzo.

giovedì 24 luglio 2014

DOPO IL PRIMO COMPLEANNO: DA UNO A TRE ANNI

Cari genitori, oggi vedremo come cambierà la dieta del vostro bimbo dopo l'anno di vita rispetto ai primissimi mesi di vita e come pian piano la sua dieta diventi uguale alla vostra.

In questo periodo il bambino è padrone del cucchiaino, prende l'iniziativa e non vuole più essere imboccato, comincia ad allungare le manine nei piatti.
Ha spento da poco la prima candelina e già sceglie con precisione fra ciò che gli proponete, scarta i cibi che non gli piacciono, pretende una sequenza ben precisa di portate, ama gusti ben definiti e "croccanti". La sua evoluzione alimentare va di pari passo con lo sviluppo delle sue abilità e della sua crescita. E in questi secondi dodici mesi, il traguardo più importante a cui tendere è la conquista dell'autonomia, anche a tavola.

A tavola con i genitori. E' preferibile, appena si può, accogliere il bambino a tavola col resto della famiglia. Questo non significa ancora proporgli le pietanze "adulte". Mangiare tutti insieme, però, significa cominciare a fargli assaporare quel clima familiare che si crea a tavola, aiutando anche i bimbi più pigri a "fare da soli".
In questo modo, è importante anche l'organizzazione familiare, poiché preso un certo orario il bambino pretende che venga rispettato.

L'importanza dei buoni esempi. Anche a tavola il bambino osserva i genitori, li guarda usare forchetta e coltello e soprattutto scruta curioso nei loro piatti. L'imitazione è una straordinaria spinta all'apprendimento, anche alimentare. Infatti, non si può pretendere che mangi le verdure quando i genitori le detestano, né che si affezioni al formaggio quando nessuno in famiglia lo mangia volentieri. Le abitudini alimentari sono contagiose. Ecco perché, proprio adesso, è indispensabile correggere gli errori della "dieta dei grandi", se si vuole che il bimbo condivida i pasti con i genitori.

Come cambia la sua dieta. Il primo compleanno conclude la grande epopea dello svezzamento: la fase di apprendimento di gusti e sapori è terminata e il bambino ora conosce tutti e sette gruppi alimentari. Da qui ha inizio un periodo di perfezionamento in cui sono consolidate quelle sane e buone abitudini alimentari che diverranno il cardine della sua dieta.
L'alimentazione del bambino nel secondo anno di vita diventa sempre più varia, prevede il graduale inserimento dei normali alimenti preparati nel modo più semplice. 
Il latte resta il cibo-base, presente anche nel formaggio, nella ricotta, nella mozzarella e nello yogurt.
Nel menù settimanale devono essere presenti le uova, il pesce, il fegato; nel menù giornaliero la carne, le verdure e la frutta. 
Le verdure molte volte sono inserite in sformati o polpettine o purè perché non amate dal bambino per la loro consistenza fibrosa.
La frutta fresca, ben matura, può essere data, accuratamente lavata, sbucciata e tagliata a pezzettini, anche in macedonia. Banane, pesche e mele son ben tollerate; è bene evitare però le fragole che in alcuni casi provocano allergia.
Importante è l'assunzione d'acqua che nel secondo anno la sua richiesta aumenterà e non dovrà mai essere limitata poiché il bambino gioca e suda di più. Ognuno ha il diritto di bere a volontà acqua non gassata, spremute di frutta, succhi di frutta dietetici.
Si potrà dare a colazione o merenda latte con caffè d'orzo o prodotti contenti cacao o biscotti.

Anche il latte cambia: il latte vaccino e il latte di crescita. Se non c'è più ragione per continuare con il latte di proseguimento oltre il primo anno di vita, si introdurrà il cosiddetto latte vaccino.
Il latte di centrale ha uno scarso apporto di acidi grassi essenziali, sostanze unite alla formazione del sistema nervoso che l'organismo deve ricavare dai cibi non potendole produrre da solo. Se il bambino non amo troppo il pesce (fonte ricchissima di questi grassi) la sua dieta può eccedere in grassi saturi. Oltre ad essere povero di ferro, il latte vaccino non ne favorisce il naturale assorbimento.
Spesso il latte è uno degli elementi che il bambino si ostina a rifiutare, sia a colazione, sia a merenda. E non sempre le alternative riescono a coprire il fabbisogno di calcio. Una soluzione a questi problemi è il latte di crescita. Un latte formulato apposta per soddisfare queste precise esigenze:
  1. copre le carenze quotidiane di apporto di ferro;
  2. garantisce gli elementi naturali del latte (calcio e fosforo);
  3. assicura un apporto di elementi indispensabili (acidi grassi essenziali e vitamine);
  4. è gradito al bambino per il suo gusto gradevole che permette di non aggiungere zucchero. 
Visitate il seguente link per scoprire alcune semplici ricette da preparare al vostro bambino:

giovedì 17 luglio 2014

LA SECONDA PAPPA (III)

Salve a tutti! Anche oggi continuiamo l'alimentazione dal nono al dodicesimo mese.

DAL 9° AL 12° MESE
Lo sviluppo delle capacità fisiche e psichiche del bambino si riflette sulla sua alimentazione, la quale diventa più variata e soprattutto più differenziata sul piano del gusto.
Il bambino si dimostra più autonomo e pronto ad accettare nuovi inviti. Ama sgranocchiare e mordere, forte dei suoi dentini che ormai fanno capolino. E' un piacere quindi per lui trovare nel piatto cibi che hanno una consistenza più solida, che lo spingono a masticare.
Se il bambino mangia volentieri si può provare a suddividere il pasto in diverse portate: ad esempio, prima la pastina e poi il purè di verdura con la carne o il pesce e infine la frutta. Se però il piccolo a tavola è un po' pigro, si può continuare a concentrare i vari cibi in un piatto unico, ritardando di un paio di mesi questa scomposizione.
Anche se è ancora troppo presto per una dieta da grandi, mangerà:

  • carne (omogenizzato di proseguimento);
  • verdura (pomodoro);
  • cereali (pastasciutta);
  • frattaglie (fegato).

L'allergia. Nel primo anno di vita le forme allergiche sono soprattutto di tipo alimentare perché l'apparato gastrointestinale di un bimbo di pochi mesi non ha ancora sviluppato efficaci difese e quindi risulta più vulnerabile.

Importante è il fattore ereditario: il momento più delicato di un bambino che ha predisposizione familiare alle allergie è l'introduzione dei nuovi cibi; perciò sarà utile ritardare l'avvio dello svezzamento al 5°-6° mese.  

Per conoscere alcune possibili ricette da preparare ai vostri figli, visitate il sito: