giovedì 28 agosto 2014

"PASTICCIARE" PER CONOSCERE

Salve a tutti! Oggi vi lascio un post particolare ma utile legato al precedente video proposto.
Superato il primo anno di età il bambino comincia e vuole scoprire cose nuove e tra queste cose c'è anche il cibo: quindi inizia a "pasticciare" con esso e di solito tale atteggiamento è frutto di continui rimproveri e di disperazione da parte di voi genitori. Ma leggete attentamente la seguente vignetta.


Come avrete capito è normale e fondamentale per il vostro bambino pasticciare con la "pappa" che gli proponete. Il consiglio che vi offro è quindi quello di non disperare in queste situazioni ma anzi aiutarlo nella sua conoscenza; ad esempio, proponendogli attività con i diversi cibi, non solo soffermandosi sul tatto ma anche sul gusto e l'odore. E magari quando sarà un po' più grandicello iniziate a cucinare insieme a lui sotto forma di gioco.

giovedì 21 agosto 2014

PICCOLI CUOCHI... MANGIANO!

Cari genitori, oggi ho deciso di condividere un video di un cartone animato utile per voi ed educativo per il vostro bambino.
Quando vostro figlio inizia ad avere tre o quattro anni è importante per lui conoscere cose nuove e soprattutto insieme a voi genitori. Un'attività divertente per entrambi è quella del cucinare per conoscere meglio e in modo più piacevole ciò che si mangia.
Quindi, guardate il seguente video e potete trarne ispirazione.


giovedì 14 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'OBESITA'

"Ogni volta dico a me stesso che è l’ultima volta, ma poi sento il profumo della sua cioccolata calda… Le conchiglie di cioccolato! Così piccole, così semplici, così innocenti. Pensai: oh, solo un piccolo assaggio non può far niente di male! Ma poi scoprii che erano ripiene di ricco, peccaminoso…" "… E si scioglie… Dio mi perdoni, si scioglie così lentamente sulla lingua e ti riempie di piacere!..." (dal film "Chocolat")

Ben ritrovati! La scorsa settimana abbiamo parlato di anoressia infantile, oggi invece vedremo brevemente quello che è il suo opposto, ovvero il rischio di obesità.

Un bambin
o che mangia troppo e male, fin dai primi mesi, corre il rischio di diventare obeso. E oggi, già cinque bambini su cento lo sono, hanno cioè superato del 20% il loro peso normale

E'
 un vero e proprio disturbo che, oltre a comportare determinate caratteristiche estetiche, si configura anche come un'alterazione organica. Infatti, mentre nel bambino grasso possiamo dire, schematicamente, che il suo stato è dovuto ad un aumento di volume di cellule di grasso, nel bambino obeso (così come nell'adulto obeso) è anche il numero di tali cellule che è aumentato rispetto la norma. Ciò significa che una dieta opportuna può ridurre il volume di grasso, ma non può più far regredire il numero di cellule che ormai si è formato. L'obesità, dunque, è particolarmente difficile da combattere.

E
sistono delle forme di obesità legate a vere e proprie malattie, ma nella maggior parte dei casi errori alimentari e sedentarietà sono alla base di questo disturbo che, in età adolescenziale e poi adulta, apre le porte a squilibri ormonali, a malattie come il diabete, l'arteriosclerosi o l'ipertensione.

L
e tradizioni alimentari regionali e familiari possono contribuire a questa sovralimentazione, molto spesso incongrua anche dal punto di vista della qualità dei cibi normalmente consumati. E' necessario evitare sin dall'epoca dello svezzamento qualunque iperalimentazione, poiché l'obesità del lattante può diventare l'obesità dell'adolescente e dell'adulto. Bisogna anche ricordare che il consumo di bevande ricche di zuccheri rappresenta un super apporto di calorie di cui ci si rende difficilmente conto.

Entrano in gioco, come elementi secondari, anche fattori costituzionali e familiari. Un bimbo che ha genitori obesi, infatti, ha il 40% di probabilità di essere predisposto per questo disturbo.

Come si riconosce. Agli occhi di molti genitori, l'obesità di un bambino spesso passa inosservata. Un bimbo cicciottello, che mangia molto e cresce molto di peso sembra il ritratto della salute. Questa è una convinzione sbagliata ma che purtroppo è ancora difficile da cancellare. Spetterà al pediatra, allora, controllando la crescita in peso e in altezza del bambino, cogliere i primi segnali e soprattutto impostare sin dallo svezzamento una corretta alimentazione. 

Come si combatte. Correggere le cattive abitudini alimentari è la regola fondamentale. E il primo consiglio da dare ai genitori pesarsi. Se infatti il loro peso è normale, con tutta la probabilità l'alimentazione che hanno adottato è corretta e anche il loro bambino si sta nutrendo bene. Ma se c'è un sovrappeso sicuramente la loro dieta è sbilanciata e facilmente la loro vita è sedentaria. E' il caso allora di parlarne al medico, per la loro salute e quella del loro bambino.
Bisogna inoltre ricordare che l'opera del medico non va richiesta solo per identificare la cause di un'obesità già presente e ottenere la cura; egli deve soprattutto fornire i consigli adeguati sull'alimentazione e sull'attività motoria del bambino, quando questi inizia a manifestare la tendenza ad un aumento eccessivo di peso.


Queste che ho dato sono piccole informazioni generali sul'argomento, se volete approfondire meglio visitate il seguente sito:
http://www.my-personaltrainer.it/dimagrire/obesita-infantile.html

giovedì 7 agosto 2014

Possibili disturbi alimentari: L'ANORESSIA MENTALE INFANTILE

Cari genitori, finora abbiamo parlato di una corretta alimentazione che accompagna i più piccoli fino all'età di tre anni. Con oggi e la prossima settimana invece voglio introdurvi i disturbi più comuni che a volte i vostri piccini presentano: l'anoressia mentale infantile e l'obesità.
Oggi vediamo in breve la prima. Di certo si sente parlare di anoressia femminile e adolescenziale, ma oggi siamo consapevoli che questo disturbo colpisce indipendentemente dal sesso e soprattutto dall'età. 

Iniziamo con una breve descrizione dei sintomi da parte di due genitori preoccupati:

"Giorgio è un bellissimo bambino di nove mesi, attivo e sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire. Da qualche settimana ha iniziato a manifestare una certa avversione per il cibo, preferendo invece il latte nel biberon o le tisane. Inizialmente i genitori di Giorgio non hanno dato importanza ai suoi capricci, il bambino continuava ad acquistare peso e ad essere allegro e vivace; dopo qualche erano davvero molto preoccupati. Giorgio sviluppava ogni giorno nuove manovre finalizzate ad impedire l’assunzione del cibo : chiudere con forza le labbra o protrudere la lingua impedendo all'alimento d'entrare, procurarsi il vomito, tenere la bocca aperta lasciando cadere il contenuto, sputare il cibo, girare la testa di lato, etc… I genitori di Giorgio provano a forzarlo, ad inventarsi mille distrazioni mentre lo alimentano, a sgridarlo; il bambino perde peso e la loro preoccupazione e frustrazione aumenta." 

L'anoressia essenziale precoce compare fin dalla nascita, è possibile descrivere un neonato come passivo che sembra non aver interesse né per la mamma né per il biberon. Con la crescita del bambino è probabile che si presentino altri sintomi fino ad arrivare alla diagnosi di autismo o psicosi infantili.

L'anoressia del secondo trimestre (o anoressia nervosa) può comparire tra i sei mesi e i tre anni, talvolta in occasione del cambiamento delle abitudini alimentari o svezzamento. Appare in bambini vivaci e svegli, che manifestano curiosità per l'ambiente circostante ma allo stesso modo rifiutano il cibo suscitando nella madre una reazione ansiosa. I genitori intraprendono una serie di comportamenti atti a farlo mangiare: distrarre, giocare, sedurre, tentare con la forza. Vengono coinvolti familiari e amici per dare consigli sul da farsi aumentando ancor di più l'ansia della mamma. La situazione può essere risolta facilmente: cambiando le abitudini quotidiane, spostando l'attenzione sulla costruzione di una relazione più positiva ed evitando di associare il momento del pasto ad un vissuto di angoscia. Intervenire in questa situazione è di fondamentale importanza. Il rifiuto del cibo è una comunicazione forte a cui è compito dell'adulto rispondere in maniera adeguata. I genitori dovrebbero riuscire ad equilibrare il bisogno del bambino d'avere sia più autonomia sia limiti chiari e definiti. Non è facile mettere in pratica una regola apparentemente così semplice: ogni genitore si porta dietro i propri conflitti irrisolti sull'autonomia ed il controllo, frutto delle relazioni con i propri genitori. Molto frequenti e diffusi sono l'eccessiva selettività nei confronti dei prodotti alimentari, ad esempio un bambino che mangia solo due o tre tipi di cibo, e la difficoltà ad accettare i nuovi sapori.

In particolare, viene fatta la distinzione tra anoressia semplice e anoressia mentale grave.
La prima è un'alterazione dell'alimentazione transitoria e di reazione allo svezzamento o a cambiamenti di vario genere mal tollerati dal bambino; spesso tale disturbo è alimentato dallo scorretto comportamento della madre che reagisce al rifiuto del cibo da parte del figlio con sentimenti di angoscia che la spingono a forzarlo a mangiare; se la madre persiste in questo comportamento, l'anoressia semplice si cronicizza in una forma grave.

Di solito si identifica il periodo compreso tra i 5 e i 24 mesi fondamentale per lo sviluppo dell'identità: è infatti il periodo in cui si struttura una separazione e una differenziazione del bambino dalla mamma, in modo da intraprendere un cammino autonomo verso l'individuazione. L'anoressia si configura pertanto come un bisogno di regredire a una fase antecedente, negando il processo di individuazione e riaffermando la totipotenza originaria. Il bambino si accanisce pertanto sul corpo, in quanto il corpo come portatore di identità appare il responsabile del doloroso distacco dalla mamma; allo stesso tempo anche la figura materna, evocando lo spettro della separazione, diventa persecutoria e pertanto la guerra contro il cibo diviene un modo per negare la mamma nutrice e il nutrimento stesso come simbolo di esistenza autonoma e di vita.

Anche se rari, vengono segnalati casi di anoressia nell'età della scuola primaria. Di fronte al cibo il bambino può mostrare disinteresse e opposizione. Alternando periodi di digiuno a periodi durante il quale magia meglio, ma mostrandosi capriccioso e preferendo solo alcuni alimenti. Il vomito è frequente e si presentano difficoltà nel dormire, collere intense e singhiozzo.